martedì 1 maggio 2012

La nascita dei papaveri

In un tempo lontano accadde un giorno che il Sole, mentre camminava
attraverso la volta celeste, cominciò a dolersi dicendo:
"Oh! Questi giorni d’estate sono così lunghi,
e nemmeno una nuvoletta che mi faccia compagnia.
In questi giorni il tempo sembra, non passare mai !
Gli spiriti dell’aria che udirono le sue parole, non sapendo cosa fare,
decisero di chiedere aiuto ai folletti dei boschi.
Questi si riunirono e discussero a lungo, perché era veramente difficile
trovare qualcosa di così bello e sempre nuovo,così da vincere la malinconia del sole.
Pensa e ripensa, discuti e ridiscuti, alla fine tutti si convinsero che non
c’era niente di più bello e vario dei fiori.
"Chiederemo alla terra di inventare un nuovo fiore", disse uno,
ma il folletto più vecchio e saggio disse:
"Il fiore che doneremo al Sole, in segno di ringraziamento, dovrà essere
un fiore speciale, un fiore nuovo e mai visto, dovrà nascere dai sogni di un bambino".
Fu dunque deciso. Tutti partirono alla ricerca di fiori, sognati, inventati, o disegnati dai bambini di tutta la terra.

I giorni passarono e dopo un lungo cercare, si ritrovarono nel cuore del bosco.
Ognuno portava con sé le immagini bellissime dei fiori sognati dai bambini
che avevano incontrato nel loro peregrinare.
Erano fiori grandi e piccoli, umili e sfarzosi, fiori di carta o di seta, fiori di cristallo
o di semplici fili d’erba intrecciati, fiori d’oro o d’argento.
Era veramente difficile scegliere il fiore più bello, tanto che i folletti
cominciarono a discutere e a litigare tra di loro.
Ma ecco, che la porta si aprì lentamente, cigolando, nel silenzio improvviso che
regna nel cuore della foresta: nessuno dei folletti si era accorto che il più
piccolo di loro non era ancora ritornato dal suo viaggio.
Lo videro entrare ancora affannato e stanco per il lungo cammino, e con sé,
non aveva che una piccolissima scatola.
Tutti lo osservarono con curiosità, e pensando che tanta fatica lo aveva portato
a quella scatolina insignificante, scoppiarono in una fragorosa risata.
Ma il più vecchio e saggio, li zittì, chiedendo al piccolo Evelino,
di raccontare per primo la sua storia.
Ancora ansante e un poco intimorito, Evelino cominciò il suo racconto:
"Ho viaggiato nei sogni dei bambini, ed ogni volta credevo di aver
trovato il fiore più bello, così lo raccoglievo e lo portavo con me.
Ma quando lo riponevo nel cesto con gli altri fiori, rimanevo stupito e
guardando il cesto rimanevo incantato e non sapevo più riconoscere il più bello.
Così continuai a cercare, e cercare ancora, e il mio cesto fu presto colmo.
Decisi allora di ritornare, quando un vento dispettoso venne e cominciò a soffiare
e soffiare sempre più forte, finché perduto il mio cammino, turbinando mi portò con sé.
Quando la bufera si placò, mi ritrovai nei pressi di una capanna, sperduta tra i monti.
Qui viveva un bambino molto povero; non aveva i soliti giocattoli
delle vetrine di città, ma era ricco di fantasia e ogni volta sapeva inventare o
creare nuovi giochi, usando sassi, fili d’erba e pezzi di legno.
Lo vidi correre e saltare nel suo piccolo regno, quand’ecco trovò fra l’erba del
prato un foglio di carta leggera che il vento aveva lasciato cadere.
Lo raccolse, lo porto in casa e lo colorò con l’unico pastello che possedeva,
di un bel rosso vivo. Ritagliò i petali delicati e li cucì tra loro con un
sottile filo nero. Ne nacque un fiore così bello, come non ne avevo mai visto.
Lasciai in dono al bambino il cesto con tutti i fiori raccolti, e gli chiesi in cambio
quel suo unico fiore.
Intanto che raccontava, il piccolo folletto aprì la piccola scatola,
e alla vista di quel fiore tanto intenso quanto delicato, tutti rimasero incantati.
Allora il più vecchio disse:"Piccolo Evelino, hai scelto col cuore.
Il fiore che hai portato verrà dato alla Terra, perché lo custodisca,
e possa farlo nascere.
Esso fiorirà nei campi di grano, e tra le spighe selvatiche sul ciglio dei fossi;
mischierà il suo colore a quello del sole, perché sempre si ricordi che nacque
per portare gioia e serenità."
Quando poi il sole vide il nuovo fiore rosseggiare tra le spighe dorate,
commosso per il dono ricevuto,lo ricambiò donandogli la sua luce.
E ancora oggi, nel tramonto delle sere d’estate, i papaveri, come fiammelle accese, portano memoria di quel tempo che fu.

*Marco Giussani*

24 commenti:

  1. Tutto splendido! Buon primo maggio!!

    RispondiElimina
  2. Un racconto molto carino..e il tuo sasso come sempre è una vera magia...assolutamente stupenda ed allegra. Buona giornata Gabriella !

    RispondiElimina
  3. Una favola splendida e delicata come il papavero di cui parla. Il tuo sasso poi è, come sempre, originale e ricco interprete di immagini reali.

    RispondiElimina
  4. Precioso relato y fantástica pintura de esas amapolas, flor tan delicada y frágil. Un abrazo.

    RispondiElimina
  5. ciao Gabriella complimenti per i tuoi meravigliosi sassi,
    e condivido la bellissima frase di Carla,
    anche la favola è bellissima non l'avevo mai sentita
    buon pomeriggio

    Tiziano.

    RispondiElimina
  6. I tuoi sassi parlano di favole incantate che nascono nella notte dei tempi, tra le pieghe delle storie umane che s'intrecciano con i sogni e la fantasia.
    Ogni colore ricorda un'emozione, ogni linea descrive sensazioni e passioni... riesci a donare grande valore ed intensità a cose che in apparenza non ne hanno ma che si possono cogliere soltanto con gli accenti e la voce del cuore.
    Grazie Gabriella, ogni volta ci regali una parte di te.
    xoxoxo Eulalia

    RispondiElimina
  7. Complimenti è stupendo!
    Gabriella, se ti va potresti votare le mie foto, per saperne di più clicca QUI
    Grazie!

    RispondiElimina
  8. ¡Qué alegres , estas amapolas, que nacen en medio de los campos de trigo!!!!!!. Saludos.

    RispondiElimina
  9. splendido racconto, magnifici fiori, complimenti
    imma

    RispondiElimina
  10. Speriamo che i tuoi bellissimi papaveri siano di buon auspicio per la bella stagione che dovrebbe arrivare , visto che ultimamente piove sempre.Complimenti per i tuoi bellissimi lavori.ciao Carmen

    RispondiElimina
  11. Questa storia è davvero bella e commovente e i tuoi fiori catturano l'anima del racconto.
    Bravissima, Anto.

    RispondiElimina
  12. Bella questa storia, mi piacciono le macchie rosse dei papaveri in mezzo ai campi! Ciao, Arianna

    RispondiElimina
  13. I love your work so very very much Gabrielle also this flower painting on this stome.
    Lovely greet
    Marja

    RispondiElimina
  14. Una storia- favola, bella, da raccontare. Un caro saluto.

    RispondiElimina
  15. Che bel racconto! Io adoro i papaveri e tu li hai dipinti benissimo!

    RispondiElimina
  16. Bellissimo racconto sui papaveri che hai fatto rivivere sui sassi:Complimenti Gabriella e mandi!!!

    RispondiElimina
  17. Trovo bellissimi i tuoi papaveri su pietra!
    Ed è molto dolce e poetica anche la favola di Marco Giussani...
    Un abbraccio, a presto!

    RispondiElimina
  18. How beautiful is your art in these rocks.
    The rocks must be really happy.

    Thanks for sharing the beautiful story.

    RispondiElimina
  19. Vedo spuntare papaveri su tanti blog creativi e anche tu hai stupendamente interpretato, davvero bello questo sasso!

    RispondiElimina
  20. Come sempre sei bravissima, e grazie per la bella favola che ci hai fatto conoscere. Buona serata Peonia

    RispondiElimina
  21. Racconto e sasso unici. Adoro i papaveri. Un abbraccio.
    Erika

    RispondiElimina
  22. I tuoi sassi sono veramente bellissimi,adoro i sassi..io li lavoro a decupage..la mia casa è piena di sassi.Un giorno te li mostrerò.

    RispondiElimina
  23. Bellissimo racconto per descrivere un fiore delicato e allegro e il tuo sasso lo rappresenta meravigliosamente!

    RispondiElimina

Grazie per le vostre parole.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...